Avviso ai naviganti: Post lungo – anno 2020
Sta cambiando tutto, stanno cambiando i confini delle nostre abitudini, delle nostre visioni, la relazione con il concetto di futuro.
Le basi storiche della nostra vita sono messe in discussione perché il processo di vita non è più quello di una volta, tutto ciò che lo sosteneva oggi ha perso di valore e consistenza.
Famiglia, scuola e chiesa.
Di conseguenza il lavoro.
Oppure
Il Lavoro
E di conseguenza famiglia, scuola e chiesa. Chissà
Ad ogni modo le radici della società moderna si stanno sgretolando e con esse tutta la ramificazione che ha sostenuto un disegno di vita, uno stile di vita oggi non si regge più in piedi.
Sta cambiando tutto.
Ovviamente chi si trova a vivere questo momento non può non pensare che il cambiamento sia orientato al peggio rispetto al passato che ha vissuto e che conosce, tutto ciò che non si conosce fa paura… se si riconosce di non conoscerlo.
Non ci vacciniamo perché non sappiamo cosa contenga il vaccino… quindi paura, cospirazioni ecc ma quante di queste persone sa cosa contengono i biscotti che mangiano, le medicine che prendono, i gioielli che indossano o l’aria che respirano??
Più se ne parla e più prende consistenza…
Peccato che non sia sempre vero, se non per un astrazione della nostra mente.
Il progetto di vita prevedeva che si nascesse da una famiglia più o meno fortunata, che si venisse inseriti in una scuola che aveva il compito di indottrinare ed istruire… indottrinare al comportamento istruire al lavoro, questo percorso era pensato a diversi livelli perché diversi livelli nella società contenevano posti da riempire con persone che avrebbero dovuto in un modo o nell’altro seguire quel percorso.
A questo percorso seguiva quello che portava poi alla ripetizione dello stesso con i ruoli chiave che si sostituivano via via per eredità.
Erano previste e ammesse le eccezioni perché ritenute in percentuali basse e quindi contenibili dal sistema.
Esisteva la possibilità di salire e scendere di livello fuori dallo schema perché il sistema era contemplato per essere evolutivo e non perfetto e appunto perché le varianti non erano un numero tale da avere un impatto significativo nello schema finale, in altre parole, appunto: contenibili.
Oggi quello stesso progetto non presenta più le stesse condizioni.
Partiamo dalla famiglia, ma il punto di partenza potrebbe essere uno qualsiasi del vecchio progetto che replicava in parte lo schema della natura con i nostri elementi visti come paralleli di terra, aria, acqua e fuoco..
Dicevamo, la famiglia, oggi non presenta i canoni di allora, i padri non devono render conto ai loro nonni… le eredità (e non intendo patrimoniali) sono sempre più rare e sempre più raramente raccolte con orgoglio in un senso di continuità. Le madri hanno conquistato quella libertà ed autonomia e al momento sono disorientate in attesa di una vera sfida (e di questo buona causa è la nuova prospettiva del lavoro). I figli maschi hanno perso importanza retorica nei confronti delle figlie femmine che a loro volta non sono più riconosciute dalla società stessa come un veicolo di vita ma iniziano ad esser viste come numero al pari del sesso opposto che di conseguenza perde di relativa importanza anche agli occhi delle stesse. In una prospettiva dove i ruoli non sono più così chiari nasce lo smarrimento di tutti quegli esseri viventi che osservandosi oggi cercano un domani e non vedono un disegno di prospettiva che possa guidarli ad affrontare una strada oppure a volerla distruggere per cambiare le cose, c’è solo terra uniforme davanti, un foglio bianco da disegnare, e tutti sappiamo che da un foglio bianco esce qualcosa di bello solo se lo stesso è messo in mano ad un artista, in tutti gli altri casi per far si che quel foglio bianco contenga qualcosa di concreto sono necessari degli strumenti, quanti esseri viventi sono in grado di produrre qualcosa naturalmente senza strumenti??
La famiglia oggi non è più identificata dalla società come un ambizione, come un opera concreta che determina il successo dell’essere umano prima come individuo e poi come comunità.
La famiglia oggi è sregolata, è frutto di qualcosa che ha bisogno di non essere statico, noioso e ripetitivo in nome di quella libertà che è tanto ambizione quanto chimera, non sono convinto che l’essere umano sia in grado di gestire la libertà e la storia sostiene con innumerevoli esempi questa tesi.
Stiamo mettendo in gioco tutte le basi della famiglia, mamma e papà, nonni, fratelli, cugini e probabilmente lo facciamo perché nel tempo abbiamo visto e capito che la famiglia non è un organismo perfetto, che il disegno che ci è stato propinato in molti modi non è un disegno perfetto, quello che forse non abbiamo capito è che una matita su un foglio bianco lascia il foglio bianco, il disegno non si fa da solo e quindi abbiamo attribuito le colpe di queste imperfezioni a chi ha descritto come avrebbe dovuto essere quel disegno perfetto e non ha chi l’ha fatto… abbiamo concentrato le nostre attenzioni sugli errori presi ad esempio per avvalorare la tesi e non per cercare di capirne l’origine provare a cancellarli e magari ridisegnarci sopra. Oggi più che mai ciò che non definiamo perfetto lo buttiamo, evitiamo di affrontare l’errore, cambiamo prospettiva, ignoriamo l’argomento.
Così la famiglia, cambiamo i fattori per risolvere i problemi, facciamo finta o crediamo veramente che se non funziona sia perché è sbagliata non perché ci possano essere degli errori che possano essere affrontati e magari corretti. Non c’è tempo, non c’è volontà e quindi non gestiamo qualcosa che richiederebbe di essere gestito.
Immagino che in un futuro non so quanto lontano la nostra forma mentale preveda che si possa nascere da infinite madri ed infiniti padri in modo da non avere la necessità di identificarsi in uno di loro o nel loro esempio opposto, che sarà la società o la posizione geografica a determinare la nostra appartenenza al mondo, il nostro nome potrebbe contenere caratteri alfanumerici e forse anche jolly, richiedere maiuscole e minuscole ed un numero minimo di spazi per essere validato.. da questo punto di vista questa visione risolverebbe un problema storico che non è mai stato risolto dalla nostra società, renderebbe paritetiche tutte quelle vite che oggi sono considerate sbagliate o sfortunate perché non associabili ad una famiglia, ad una mamma o un papà, una nonna o un nonno, uno zio, un cugino… si dirà che la società ha risolto la disuguaglianza della nascita, e forse anche quella dei sessi, un enorme traguardo per quella che sarà l’era moderna… se i comuni (esisteranno ancora?!?) saranno i nostri padri e le nostre madri e tutti i cittadini i nostri fratelli allora forse avremo risolto il problema dell’uguaglianza.
Non saremo robot (ancora), non saremo perfetti ma in termini socio politici potremmo essere tutti uguali?? Che figata vero? Di questa prospettiva ciò che mi incuriosisce di più è immaginare la relazione tra pensiero e realtà per tutte quelle persone che sostengono principi di uguaglianza…
“Liberté, égalité, fraternité” era forse a questo che si ambiva?
La famiglia un tempo assumeva o perdeva valore dalla relazione che i suoi membri avevano con un istituzione primaria detta scuola.
Compito della scuola era quello, come scritto in precedenza, di indottrinare ed istruire i futuri uomini e donne per il loro inserimento in società, la scuola aveva ben chiaro il suo scopo e tutte le sue direzioni e metodi erano finalizzate ad esso.
La rigidità che componeva l’assieme scolastico era dovuta a questo schema definito nei minimi dettagli, la scuola preparava prima piccoli soldati e poi giovani uomini e donne al loro futuro. Rarissimi, seppur esistenti, erano i casi in cui si manifestavano deviazioni concrete a questo progetto. Se la tua scuola era di un certo livello i tuoi insegnanti ti preparavano prima a comportarti come richiesto da quel livello e poi a conoscere ed applicare quello che il livello stesso richiedeva. Una catena di montaggio di un industria di successo. Il controllo e di conseguenza il successo non era determinato dal livello di innovazione ma dalla mancanza di deviazioni dallo schema, le variabili erano contenute ed il percorso era di tipo autostradale, con eventuali uscite definite e controllate dai casellanti. Funzionava, ha funzionato per un bel po’ di tempo ed in modo molto produttività, con elevati KPI, anche se nessuno aveva la necessità di monitorarli, i fatti parlavano al posto dei numeri.
Ma se qualcosa funziona perché cambiarla?? Cos’è successo poi?? Io credo che non sia successo nulla di diverso dallo scorrere del tempo, dalla naturale propensione dell’essere umano, semplicemente è finito lo spazio fisico… ciò che ieri ci spingeva a scoprire terre inesplorate, ci portava a valicare confini di ogni tipo oggi ci porta a sperimentare altre forme di barriere.. non facciamo guerre contro qualcuno per ottenere un nuovo pezzo di terra e un po’ più di potere (ci sono ancora ma si estingueranno pure queste) ma facciamo guerra contro qualcosa un po’ per noia un po’ per vedere che succede, è la scoperta è il fascino della sperimentazione che ci muove, è la possibilità di provare, forse solo una parte della nostra mente che spesso viene trattata con superficialità e confusa con altre sfaccettature dai nomi molto più altisonanti, forse è solo e semplicemente curiosità.
Ma torniamo alla scuola, cos’è oggi la scuola?? Da quello che vedo io, l’impressione più limpida che ho è che sia una sorta di parcheggio temporaneo, di babysitter statale o privata alla quale viene distrattamente affidato il compito di sostituirsi in parte alla famiglia, in parte alla chiesa, in parte al lavoro perché erano i tre elementi primari a cui noi figli, noi bambini ed adolescenti eravamo affidati quando quello era il nostro tempo. La scuola tiene i nostri figli mentre lavoriamo, la scuola li educa ed indottrina e li prepara a quello che domani sarà il loro lavoro. Una sorta di passeggiata assistita per animaletti che devono fare la pipì e non sporcare casa.
Le basi che hanno permesso per anni di ottenere questo, tutto il contorno oggi è dissolto in una nuvola che ci piace chiamare cloud ma che dal punto di vista del progetto generale invece di essere un autostrada ben definita, con eventuali uscite e casellanti è una nuvola fatta di materia non solida che ci permette di vedere a 360° attorno a noi ma allo stesso tempo di identificare in ognuno di quei 360 gradi il nulla, vediamo a 360° ma l’orizzonte si perde nel nostro sguardo… non penserai mica che la terra è rotonda no?!? Per carità..
Il nulla è un concetto fantastico da un lato perché rende tutto possibile ma terrificante dall’altro perché se non riesci a distinguere o a crearti una visione di tutte quelle possibilità ti resta solamente il vuoto, il foglio bianco con la matita sopra, nessun disegno, nessun segno, nessuna mano che la muove, quella matita.
La scuola oggi non boccia per non creare dammi psicologici, la scuola oggi permette di ripetere un compito in classe se andato male fino a quando non va bene, chiede il permesso ai genitori, gli insegnanti e docenti non godono di nessuna forma di rispetto non solo dagli alunni ma nemmeno dalle famiglie che poi quasi non esistono più, spesso gli insegnanti si sentono costretti ad insegnare per vivere e non perché credono che l’insegnamento sia una sorta di missione umanitaria che ha responsabilità più elevate di quelle che vengono attribuite ai passi di Vangelo e Bibbia. Molti non credono che hanno in mano le sorti del proprio paese e della propria civiltà in forma più impattante di quella che può arrivare ad avere il presidente della Repubblica. Gli studenti, sempre più, si sentono costretti ad andare a scuola e quasi mai hanno la sensazione che studino per trasformare in concreto quello che la loro mente è in grado di vedere ed immaginare che magari oggi non c’è o viene realizzata in modo diverso, non credono nemmeno che la scuola sia un mezzo per poter vedere, capire, conoscere.
I modelli di successo, che sono stati in passato quelle leve che hanno spinto attraverso una naturale forma di emulazione e adorazione i grandi personaggi a diventare tali, e per grandi personaggi non intendiamo unicamente quelli universalmente riconosciuti ma anche tutte quelle persone ignote per molti ma fondamentali per pochi che hanno costituito un modello ed un esempio da seguire, imitare e perché no migliorare… tutte quelle piccole o grandi autostrade che ogni essere umano prima o poi nel corso della sua vita si è trovato difronte, che lo hanno indotto a scegliere tra l’autostrada e i suoi caselli oggi sono nascoste dalla nuvola del Cloud .
La scuola ha perso il suo peso, ha smarrito il suo senso e anche questa volta è una questione di contorno, non è possibile far stare un piedi un palazzo costruito in modo solido e perfetto posizionandolo in mezzo al mare, anche quel capolavoro di scienza, tecnica, progresso e tecnologia in mezzo al mare in un contesto astratto o fisicamente non rigido affonda.
La scuola era la strada che ti consentiva di rappresentare un modello e di arrivare poi a rappresentarlo o perfezionarlo, ribaltarlo o discuterlo o semplicemente rafforzarlo. Oggi la scuola sembra un percorso obbligato messo dentro un parco, con scarsa manutenzione dove il suo attraversamento è lasciato all’arbitrio del caso.
E la chiesa??
Chi mi conosce lo sa che non sono mai stato un fedelissimo di questo concetto seppur ho da sempre osservato con grande fascino la sua importanza storica cercando di mantenere le distanze da ogni forma di veicolazione del pensiero fatta a suo nome. Il prezzo di questa libertà nel mio piccolo rappresenta quanto descritto fino ad ora… cloud, smarrimento, solitudine, paura che però ho sempre affrontato con un elemento che mi ha permesso di affrontarle senza necessità di risposte, senza bisogno di certezze ma con una continua ed enorme apertura sulle probabilità, sulle variabili… ovvero la curiosità.
E’ indubbio che nella nostra storia recente la chiesa sia uno di quegli elementi che assieme a famiglia e scuola è stata fondamento indissolubile della nostra società.
La chiesa è autostrada, la chiesa è casello e casellante. E’ stata presenza e certezza anche per tutte quelle figure che gli si sono rivolte contro in modo più o meno pesante, più o meno fisico. Senza la presenza della chiesa e delle sue regole non sarebbe mai esistito nulla di tutto ciò che ad essa si è opposto.
La chiesa o forse meglio dire la religione che in questo testo viene iconizzata con il termine chiesa è ed è stata bene e male, positivo e negativo, certezza e dubbio, sollievo o terrore.
Nella semplicità dei grandi numeri la chiesa ha avuto un impatto fondamentale per tutti quei ragazzi e ragazze che consapevolmente o meno hanno incrociato il loro percorso con questo enorme elemento.
I 10 comandamenti, il forzare il confronto tra noi stessi, l’enorme dottrina di lavoro interiore, il rapporto con la nostra mente è stato sempre il frutto del lavoro e del percorso che la chiesa ha compiuto su di noi, dall’oratorio ai percorsi scolastici religiosi. Il senso del culto, il concetto di rispetto, i sacrifici e l’onore hanno rappresentato nelle nostre menti dei caselli di quell’autostrada chiamata vita perché come tali veniva rappresentati e seguiti da tutto il mondo religioso (in buona o cattiva fede, che a volte dipende anche dalla sorte) su cui i nostri occhi si fermavano ad osservare, in famiglia, a scuola e nell’ambiente lavorativo.
La catena delle convinzioni a cui noi ragazzi di un tempo eravamo sottoposto quotidianamente era qualcosa che veniva sostenuto dalla società o forse viceversa, che sosteneva la società. Oggi mi sembra di vedere che nessuna di queste convinzioni regge più… La catena è stata spezzata e distrutta.
La famiglia era sostenuta dalla chiesa che ne diffondeva i valori, la scuola era incentivata dal lavoro e sostenuta dalla famiglia che la identificava come veicolo, la chiesa era rispettata dalla famiglia e sostenuta dalla scuola con la quale condivideva buona parte del percorso di indottrinamento e dei principi del progetto che facevano capo al disegno della società, il lavoro era il motore che permetteva a tutti gli elementi di sostenersi e la società era così gestita e controllata.
Qualsiasi elemento della catena era indispensabile per l’equilibrio del sistema.
La società oggi sembra aver deciso che per esistere e per sostenersi non ha più bisogno di quegli elementi.
Sta nascendo una società nuova.
Il lavoro non è più unicamente legato al concetto di produzione o diciamo che non viene più visto come unico elemento trainante.
Quello che non riesco ancora bene a capire e vedere o per meglio dire che non mi so spiegare è questo:
ma chi ha deciso di cambiare la società??
Noi (intesi come nostra generazione) abbiamo vissuto ancora buona parte di quanto descritto sopra e spesso siamo tra i più critici verso questo che sembra essere un nuovo modello, la nuova generazione forse è ancora troppo giovane, la vecchia troppo vecchia e dalla mentalità troppo legata al modello precedente.
Allora chi o cosa???
Forse semplicemente l’effetto della possibilità di poter scegliere??
Quando c’erano solo autostrade, si sceglieva l’autostrada.
Forse oggi qualcuno sta iniziando a disegnare su quel foglio bianco, con la matita in mano? Magari senza ancora saper cosa disegnare…
Da padre e da genitore mi sto chiedendo spesso in questo determinato periodo in cui i miei figli hanno 8 e 12 anni, tutte le volte che li rimprovero di stare troppo tempo davanti a tv, console, cellulare e computer cosa avrei voluto fare io se alla loro età mi sarei trovato difronte alle stesse possibilità che loro hanno oggi??
Un eventuale rimprovero o impedimento verso questa loro possibilità come l’avrei vissuto?? Quali pensieri ed azioni avrebbero comportato per il me stesso bambino di allora??
Sto imponendo una restrizione che davvero è finalizzata al loro bene oppure sto limitando la loro possibilità di relazionarsi con quello che è il loro tempo
Sto veramente guardando avanti cercando di far vivere loro nelle logiche di quello che era il giusto del mio passato (30 anni fa) oppure sto in qualche modo limitando la loro capacità e consapevolezza di conoscere quella che sarà il modello della loro società di domani andando quindi a rallentare o sporcare con “rumore” quella che potrebbe divenire la loro coscienza e conoscenza per il disegno di una nuova società che rappresenterà il nostro futuro ed il loro presente??
Al momento vivo ancora con il dubbio e con la leggera presunzione di applicare il mio pensiero per il loro bene relazionato alla mia crescita in un ambiente di trentanni fa relazionato ad uno odierno considerandoli ancora incapaci di giudicare con i dovuti criteri le giuste variabili, ma allo stesso tempo mi chiedo se forzarli a prendere in considerazioni variabili che si stanno sgretolando sia la via corretta per aiutarli ad affrontare la loro vita.
In tutta onestà penso che se alla loro età avessi potuto scegliere tra uscire al freddo a giocare con due amici o stare a casa al calduccio a giocare con tutti i miei compagni di classe, sentendo le loro voci e potendo comunicare con tutti loro, o ancora con altri bambini provenienti da località lontane che altrimenti non avrei probabilmente mai conosciuto non sono così sicuro che avrei scelto sicuramente la prima possibilità.
Forse a volte esageriamo giudicando in modo netto scelte di oggi con convinzioni di ieri o forse il futuro dipenderà sempre dal passato, ed il presente rende molto difficile comprendere dove poter collocare un pensiero.