Alle volte la vita ti mette in difficoltà.
Succedono cose che minano la tua tranquillità, la tua sicurezza oppure che in qualche modo sconvolgono la tua routine smuovendo lo stato di equilibrio a cui eri abituato.
A volte sono rimediabili, altre volte no.
A volte erano preventivabili, altre volte no.
A volte ti costringono a fare cose contro la tua volontà.
Quando accade quest’ultima ipotesi ti trovi a parlare con te stesso perchè in qualche modo
devi giustificare le azioni che intendi intraprendere mosse da qualche strana forma di costrizione che riguarda il tuo io.
Possono essere sensi di colpa, possono essere legami affettivi, possono essere sensi di responsabilità e chissà quanti altri motivi ancora possiamo trovare per giustificarci o per capirci.
Fatto sta che questi momenti rappresentano degli ostacoli nel tuo percorso.
Ostacoli difronte ai quali devi scegliere come relazionarti.
Allora devi decidere se affrontarli saltando, se passare sotto o di lato, se distruggerli oppure se scappare. Io credo che a seconda dei casi tutte le soluzioni siano potenzialmente percorribili.
Ogni persona ha le sue caratteristiche e i suoi valori e ogni persona dovrebbe sapere che ha la facoltà di prendere queste decisioni.
Ma il punto non vuole esser questo, in quei momenti, quelli che precedono la scelta e quelli che la susseguono inevitabilmente ci si trova per più o meno tempo, a seconda dei casi, da soli.. con la nostra storia alle spalle e con il futuro difronte. Credo sia inevitabile in quei momenti scappare da ciò che siamo.
Ed è spesso in quei momenti, di solitudine interiore, che nasce la scelta che faremo, che nasce la strada che decideremo di percorrere.
Ed è stato in quel momento che mi sono guardato attorno e ho visto loro
ed è stato in quel momento che ho capito che si possono spendere mille parole nei confronti con le altre persone, nei racconti delle situazioni della vita, nei consigli che si danno agli amici, nell’educazione che si trasferisce ai propri figli ma che a quelle parole devono seguire poi dei fatti concreti, a quelle parole devono corrispondere delle azioni che in qualche modo ne confermino la coerenza perchè se ciò non avviene allora tutto quel bel disegno colorato diventerà con il tempo carta straccia da buttare assieme a ricordi da dimenticare.
Per far si che alle parole seguano azioni corrisposte serve impegno e determinazione, serve necessariamente credere in quelle parole e non trasferirle come si fa con i mobili durante un trasloco. Serve dignità, molta dignità e coerenza molta coerenza e questi due fattori non sono automatici, specialmente in condizioni di difficoltà.
Questo ho imparato da questi mesi complicati, che per vivere a testa alta, guardare ai propri figli, alla propria moglie ai propri affetti dritti negli occhi senza avere il sentimento di doverli abbassare serve cercare proprio il loro il valore della nostra vita, il valore della famiglia.
Tutta la nostra forza, tutta la nostra vita, tutto il nostro segreto è rinchiuso li. Almeno il mio.
E non è un dare-avere, non bisogna guardarla così.
E’ un essere-esistere, uno nella mano dell’altro, uno negli occhi dell’altro, uno nell’esistenza dell’altro.
E’ un vivere felici e orgogliosi sapendo che così, solo così, il tempo ci rende immuni dalle interferenze.