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Uomini allo specchio

Mi sveglio al mattino, mi alzo dal letto e quando mi trovo davanti allo specchio, prima di lavarmi il viso vedo un uomo. Un uomo di tutto rispetto. Un uomo che ha il potere nelle sue mani e che lo esercita nei confronti della vita.
Sono un uomo di successo, questo successo è determinato dalla mia posizione sociale, dalla mia occupazione, dal mio conto in banca, dalla riverenza che suscito verso il mio prossimo.
Sono un uomo, uno che ha vinto.
La mia donna è invidiata dalle sue simili, è bella ed ha classe.
I miei figli studiano all’estero nelle migliori università.
I mediocri hanno paura quando mi vedono, gli arrivisti aspirano alla mia posizione o anche solo al mio appoggio politico.
Io decido le sorti della vita di persone e famiglie, dalle mie scelte dipendono strategie di mercato e in modo indiretto anche successi o fallimenti di aziende e realtà commerciali.
Non ho rispetto per i mediocri perchè non sono alla mia altezza.
Amo parlare in pubblico e raccontare i miei successi in modo che le altre persone possano costruire sui miei racconti la stima della mia persona, amo parlare in pubblico e notare che le mie parole possono intimorire o infondere fiducia.
Sono un uomo di successo. Appartengo all’Elite. Mi guardo allo specchio e sono fiero di me stesso.


Mi sveglio al mattino, assonnato, mi alzo dal letto e quando mi trovo davanti allo specchio vedo un occhio arrossato, vedo i capelli scompigliati, e dal riflesso dello specchio vedo la luce della finestra, da li mi faccio una prima idea del tempo che fa fuori.
Prima di lavarmi il viso penso a quello che dovrò fare nella mia giornata, penso a quello che ho fatto ieri, ai miei figli, a mia moglie, canticchio una canzone, sorrido ripensando ad un episodio divertente.

Sono felice perchè mi son svegliato ancora un giorno, o preoccupato perchè io o uno dei membri della mia famiglia avrà un giorno importante. Sono consapevole che la vita dipende in parte da me e in parte da tutto ciò che mi circonda, nel bene o nel male, questo mi rasserena perchè non ho bisogno del dominio del mondo, ma della consapevolezza
delle variabilità della vita.
In tutta questa variabilità della vita, quello che conta veramente è quasi tutto a portata, qualche stanza più in la ci sono dormienti i miei figli e mia moglie, qualche chilometro più distanti alcuni miei amici, molti chilometri alcuni altri, ma in ogni momento so che ci sono.
Sono un uomo, uno che è felice di esser vivo e sereno nei confronti della sua vita.
Mia moglie è mia moglie e la amo.
I miei figli sono i miei figli e sono la cosa che più di ogni altra mi rende felice, e che certifica pur senza che ce ne fosse bisogno che siamo una famiglia, che cerca di crescere assieme e di volersi bene.
Prendo delle decisioni cercando di valutare quella che mi sembra essere la strada migliore per me o per tutti i coinvolti dalle stesse, consapevole di poter sbagliare. Se la decisione non riguarda solo me stesso mi sforzo di confrontarmi ed ascoltare i punti di vista dei coinvolti perchè penso che nessuno possa determinare molto da solo.
Non amo parlare in pubblico ma amo parlare con le persone per mescolare i punti di vista, aumentare il raggio della mia visione delle cose, e perchè senza le altre persone nessuno di noi avrebbe senso d’esistere.
Sono un uomo, vivo in questo pianeta con altri uomini, sto percorrendo la mia strada.


Sono uno specchio, sono vittima di una maledizione, rifletto solo il visibile, e quando questi uomini si mettono difronte a me vorrei poter esser libero di riflettere:

– Me stesso

– se stesso