Apprendimento per Paura o per Ragione

Premetto che quanto scriverò vuol essere soltanto un esternazione di un pensiero ricorrente
e nulla di più, i termini utilizzati, gli esempi e le spiegazioni fornite sono probabilmente
“errati” o di “creativa interpretazione” non sono fonte di nessuno studio ma puramente sorgente del mio modo di vedere e pensare.. spero di riuscire a spiegarne i punti secondo me “curiosi” su cui magari discutere..
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In che modo si porta un essere umano ad apprendere???
come impariamo le cose?

mi capita spesso di chiedermi quali sono i modi con cui una persona può
cedere conoscenza, competenza, informazioni ad un altra persona.

Quali sono i metodi con cui avviene la trasmissione di conoscenza?

Se penso alla mia esperienza di vita o a quella che ho potuto vedere fino ad oggi
nei miei figli mi venogno in mente due categorie principali che dividerei così:

Per assorbimento automatico

Per assorbimento imposto

La prima categoria è sregolata, soggettiva e forse appartiene in modo significativo al
regno del chaos… nel senso che tra l’emulazione, l’autovalutazione inconscia e lo “scimiottismo” ogni persona tende ad assimilare o dissociarsi dai comportamenti dei propri simili in maniera direttamente proporzionale alla comunicazione energetica o empatica che provoca su se stesso un determinato tipo di situazione o comportamento.
Su questa categoria penso sia molto complicato fermarsi ad affermare qualsiasi cosa perchè troppo personale e troppo variabile.
La seconda categoria invece è forse la più vasta da analizzare se non altro perchè ho la sensazione che possa contenere un numero di variabili forse anche superiore della prima ma più conosciute e gestite con esempi e precedenti nella storia della nostra evoluzione e civiltà.

Di questa categoria in particolare mi capita di fermarmi a pensare e provare ad analizzare
due sottocategorie specifiche che identifico così:
Apprendimento per Paura
Apprendimento per Ragione
Quando mi capita di ripensare alle basi della mia educazione, quando mi specchio nelle altre persone che incontro per studiare le differenze sociali e comportamentali, quando faccio lo stesso confronto con la mia famiglia, i miei genitori;

Quando ragiono sui punti fondamentali dell’educazione che vorrei trasferire ai miei figli, quando li specchio con il mondo che li e ci circonda, quando li confronto con le basi fornite negli altri ambienti sociali, quando noto le differenze, le carenze o quelli che io reputo i successi..

in tutti questi quando mi faccio un sacco di domande…
Quella che sento essere la mia educazione da dove deriva?? in tutta onestà mi considero molto diverso, in questo senso, dai componenti della mia famiglia, diversità che riscontro principalmente nei valori fondamentali… non voglio intendere questa diversità sottoforma di classifica ma di pura e libera diversità. Però qual’è la sua origine?? perchè esiste questa diversità??
La risposta, sicuramente marginale che posso darmi è che essendo stato un ragazzo che è sempre stato lasciato diciamo “molto libero” dal punto di vista educativo e comportamentale i canoni principali della mia “educazione sociale” sono quelli del giudizio.
Cioè ho l’impressione che la mia educazione derivi principalmente dall’osservare il mondo che mi circonda, i comportamenti della società e dei suoi componenti e della mia forma personale di giudizio su di essi…

se osservavo qualcuno fare o dire una cosa che mi sembrava giusta cercavo di comprenderne tutti i contorni e di ritenerlo un punto positivo viceversa cercavo di prenderne le distanze, così facendo stabilivo una sorta di precedente comportamentale da seguire o evitare, precedenti che man mano hanno contribuito alla creazione dei canoni di quella che ritengo essere la mia educazione o il mio stile di vita.

Cosa che per altro ritengo sia simile un pò per ogni essere umano o quasi..

Esiste poi la possibilità di stabilire dei canoni a fronte di una trasmissione diretta di pensiero, cioè qualcuno che ti racconta o spiega una situazione e tu che recepisci il senso di questa trasmissione, lo condividi e di conseguenza lo fissi nella tua mente come cosa da rispettare e replicare o come l’esatto opposta qualora dovessi non condividerla.

Questi esempi li riunisco nella categoria “apprendimento per cultura o ragione”.
Un metodo forse più presente e radicato è invece quello dell’insegnamento, dell’indottrinamento “per paura” che forse è il metodo di massa più utilizzato.

Quello che ti permette di fatto costringendonti o forzandoti in svariate maniere ad assimilare modelli comportamentali che ti permettano di evitare conseguenze
a te poco piacevoli, siano esse tangibili e concrete o illusorie e retoriche.

Questo metodo presuppone che tu sei forzato ad assumere un comportamento perchè spaventato dalle conseguenze che il mancato rispetto di questa forzatura
potrebbe comportare.

Gli esempi sono i più svariati, dalla schiavitù del passato, all’educazione dei giorni nostri, dai regolamenti scritti a quelli morali gran parte dei comportamenti
umani sono gestiti dalla paura delle conseguenze.

Quando cerco di trasmettere i principi base dell’educazione ai miei figli mi rendo conto che ha “in modo naturale” molta più presa l’insegnamento tramandato per paura di quello tramandato per ragione, lo squilibrio tra i due diventa abissale nei neonati.. quindi mi vien da pensare che sia indole umana esser educati in questo senso.

Capita però poi con mia discreta soddisfazione che con la crescita dei figli crescano anche le possibilità di educare con l’altro metodo, quello chiamato per cultura o ragione che trovo quantomeno più rispettoso nei confronti di chi lo subisce.

Mi rendo conto che, sembra essere inevitabile la fusione o il miscuglio dei due metodi e che anche se ci dovesse esser qualcuno convinto di poter educare utilizzando solo uno dei due, nella realtà dei fatti inevitabilmente risulta praticamente impossibile.

Mi chiedo quindi, come rendersi conto quando un metodo è adatto o meno, quando si sta esagerando o sbagliando nella scelta di una o dell’altra via??

Esiste una considerazione da poter fare per autovalutarsi che possa avere un senso?

ma sopratutto ci rendiamo conto di quando educhiamo utilizzando la paura, magari pensando di farlo utilizzando la ragione??
Voi che ne pensate?

11 pensieri riguardo “Apprendimento per Paura o per Ragione”

  1. Erik buongiorno e buon venerdì… avrei voluto leggerti e commentarti ieri sera, in diretta, ma non ce l’ho fatta… lo faccio stamattina quasi per prima cosa. Innanzitutto un riconoscimento spontaneo e un ringraziamento assolutamente avulso da qualunque tipo di adulazione: sei una boccata di bellezza, di leggerezza (paraddossalmente) e di piacere perché anche solo leggerti fa bene al cuore ed alla ragione. Veniamo a noi… Personalmente ritengo che la via migliore e più efficace (sul lungo termine) di apprendimento sia l’ESEMPIO. Sinceramente non so se può essere “incasellato” nell’automatico o nell’imposto perché è un po’ entrambe. Cionondimento io ci credo fermamente: creare un circolo virtuoso che possa testimoniare con i fatti e le azioni ciò che vogliamo trasmettere consente a noi di essere coerenti con le nostre parole e alle altre persone (figli, amici o anche sconosciuti) di attingere a testimonianze pratiche. In un mondo di troppe parole l’unico vero valore credo sia lo sperimentare la conoscenza e trasmetterla nello stesso modo. Spero di non aver fatto casino e di essere stata chiara. Un abbraccio forte. 😀

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    1. Chiarissima… mi hai fatto sorridere con quel giustissimo “paradossalmente” 🙂 iniziale, e riflettere con il resto del commento che condivido in ogni sua parte, ultimamente mi capita spesso di dire a mio figlio che non mi interessano i suoi “ho capito” e “si va bene” che in questo momento sono superflui… quello che vorrei da lui è vedere i fatti che parlino al posto delle sue parole… in questo senso l’esempio diventa assolutamente fondamentale…

      (scusa il ritardo ma sono stati giorni impegnativi a cui si è aggiunto il KO del mio PC personale… che ho dovuto ripristinare nei ritagli di tempo)..

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      1. E io ti dico “Che bellezza sentirti…” tolto qualcuno (niente nomi nononono… ahahah) sei una cascata di acqua cristallina…. non ti devi scusare neanche un po’… si, l’esempio è fondamentale anche se può essere “indigesto”. Vedere qualcuno mettere in pratica ciò che pensa e dice fa pensare chi ha testa e cuore per farlo… chi non ha ne testa ne cuore… no hope… 😀

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  2. Ciao Erik. Molti spunti, ma mi soffermo su “Apprendimento per Paura”.
    Mi ha fatto sorridere perché, proprio in concomitanza con la consegna delle pagelle, ho detto alla Prof di Italiano di mio figlio, ironicamente: “I voti sono molto alti. Non so se studi molto per la voglia di conoscenza, o perchè ha paura di essere sgridato se sono bassi”.
    Buona giornata

    Kikkakonekka

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    1. Penso che la differenza sia non solo sostanziale ma anche di fondamentale importanza, alla fine non tanto per te che ne trai i riflessi ma per tuo figlio… chissà che risposta darebbe lui a questa domanda… e chissà se sarebbe realmente consapevole della risposta data..

      mi scuso per il ritardo anche con te, i motivi li trovi nel commento alla risposta di manu.. 🙂

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      1. no, rotto hdd, lettore, tasto su tastiera, pasta processore consumata, surriscaldamento eccessivo = disastro! ho usato un sacco di roba rigenerata qua e la ma non ho speso 1€ almeno e non ho perso dati… :)))) quasi magia!!!

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  3. Discorso interessante e complesso.
    Io credo che la conoscenza non possa passare per la paura, la paura genera solo la pappagallite, la ragione non interviene.
    La conoscenza nasce dalla curiosità, passa per il ragionamento e la ricerca e prosegue con l’esempio e la costanza.
    Buon fine settimana.

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    1. mmm interessante pensiero… personalmente non lo so, potrei avvicinarmi a te se quel “non possa passare” si tramutasse in “non dovrebbe passare” ma in senso assoluto temo che non sia così.. si arriva ad apprendere anche non a “pappagallare” indubbiamente anche per paura… e io credo a tutte le età..

      sulla seconda parte direi che la purezza della conoscenza nasce così, però credo non sia l’unica forma possibile..

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